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Nei dintorni di Rignano sull'Arno |
Carta d'identità del percorso
Lunghezza: 15,8 km.Tempo di percorrenza: 5 ore e 30 minuti.Dislivello in salita: 560 metri.
Dalla
stazione ferroviaria di Rignano sull'Arno ci si dirige verso la Pieve di San Leonino, degli inizi dell’XI secolo.
Visitata l’antica pieve, si continua per il cimitero, lasciando l’asfalto per una
sterrata che sale al vicino bivio presso Casa Rignano, colonica
cresciuta intorno a una casa-torre medievale.
Si gira a Sn per salire
ancora in un bosco e poi arrivare presto agli uliveti e ai coltivi
che circondano i poderi della Fattoria di Pagnana.
Nella zona si
trova il sito archeologico medievale denominato “Il Castelluccio”.
Dalla Fattoria si perviene alla strada che dal Bombone scende a
Rignano. La si attraversa e, fatti appena 100 metri a Sn, si prende a
salire a Dx, nel piccolo e grazioso borgo del Bombone, fino ad
arrivare alla vecchia strada che corre parallela a quella più
moderna che abbiamo appena lasciato. Dalla piazzetta principale, con
piccola chiesa, si prende a Dx fino a un nuovo bivio (Il Crocicchio)
con la strada provinciale prima menzionata. La si attraversa e,
subito di fronte, si imbocca una pista (Via Vicinale delle
Fontanelle) che, dopo essere scesa leggermente fino ad un fosso,
risale verso la Casa delle Fontanelle.
Lambita
la casa passando sulla Sn, si sale ancora fino ad un campo di ulivi e, tenendo presente la direzione dei piloni della linea
elettrica, lo si attraversa seguendo uno di questi filari, fino
all’inizio di una cengia tagliafuoco, ricavata sotto la linea
stessa. Percorsi appena 200 metri di salita, si prende a Dx l’antica
via lastricata, appena visibile, che si addentra nel bosco. A breve
ci si ricongiunge alla cengia tagliafuoco per poi lasciarla ed
entrare definitivamente a Dx, nella boscaglia e salire lungo una
mulattiera, sempre selciata, fino ad incontrare uno stretto asfalto.
Qui si gira nettamente a Sn per salire alla vicina strada sterrata in
località Il Quercione (lo spiazzo è caratterizzato da una grande
quercia). All’incrocio si gira a Dx e si segue la strada sterrata,
e infine asfaltata, che perviene alla villa di Moriano. Tralasciando
la strada asfaltata che scende a Dx (verso Mitigliano) e
contrassegnata dal CAI 3, si prosegue invece a dritto fino ad
incontrare, 100 metri dopo, una catena fra due plinti di cemento
che indicano, verso Dx, la strada sterrata. contornata da bellissimi
cipressi, che conduce a Casignano (AR - CAI 3). Percorsi appena 200
metri, al primo bivio, si prende a Dx la mulattiera che sale
leggermente nel bosco mostrando tratti di antico selciato. Dopo aver
tralasciato un secondo bivio con una mulattiera che sale verso Dx, si
prosegue per scendere brevemente nel bosco e piegare decisamente a
Sn, fino a ritrovare la sterrata contrassegnata dal CAI 3. La si
segue verso Dx per arrivare in breve ai ruderi del Monasteraccio
(Casignano), antico convento medievale abbandonato dai religiosi nel
Cinquecento per trasferirsi al Bigallo.
Qui si lascia la sterrata e il CAI 3 che
porterebbero al Valico di Terzano per prendere verso Sn, una stretta
mulattiera che, dopo aver attraversato una prima sterrata che conduce
a una vicina casa privata, sale ancora nel bosco di querce. Da prima
stretta e poi sempre più larga, l’antica strada che si dice romana
e quantomeno medioevale, tradisce le sue antiche origini presentando
bellissimi tratti di basolato, parzialmente coperti dal muschio e dal
terriccio. In
breve si arriva alla zona delle villette moderne di Montecucco,
crocevia importante dell’Anello del Rinascimento.
Dalla
selletta di Montecucco,
vero snodo di questa parte dell’Anello del Rinascimento, si scende
con stradina asfaltata e circondata dai boschi.
Al
primo bivio, sulla Dx, notiamo una larga sterrata che proviene dal
Valico di Terzano. Noi continuiamo in discesa sull’asfalto ora più
largo, ma sempre nell’ombra della vegetazione. La discesa termina
ad un incrocio, nei pressi di un ristorante. Superato il ristorante
si continua fino alle vicine Case Bencistà e al successivo bivio (a
Sn il CAI 6 sale per Monte Pilli), continuiamo dapprima in piano, per
inoltrarci in uno dei tratti meglio conservati dell’antica strada
che collegava il Valdarno con il Pian di Ripoli, alle porte di
Firenze. Non sappiamo se il tracciato sia romano o medievale, certo
era funzionale a ridurre la percorrenza verso Firenze di quanti
giungevano dal Valdarno.
A
un certo punto il selciato si interrompe bruscamente a causa di
modificazioni evidenti del terreno (notare la svolta verso il vuoto
del selciato!); si continua a mezzacosta in una zona che offre
notevoli scorci panoramici sulla città. Siamo ormai ai cipressi di
Villa Ada e agli ulivi che annunciano lo Spedale del Bigallo, risorsa
storica di eccellente importanza, restituitoci dal recente restauro
nelle forme originarie e ora ostello. Dallo Spedale il tracciato
della Vecchia provinciale aretina scende, tra muretti e ulivi,
all’Arco del Camicia, porta d’ingresso (per l’AR) del comune di
Bagno
a Ripoli.
Dalla
stazione ferroviaria di Rignano sull'Arno ci si dirige verso la Pieve di San Leonino, degli inizi dell’XI secolo.
Visitata l’antica pieve, si continua per il cimitero, lasciando l’asfalto per una
sterrata che sale al vicino bivio presso Casa Rignano, colonica
cresciuta intorno a una casa-torre medievale.
Si gira a Sn per salire
ancora in un bosco e poi arrivare presto agli uliveti e ai coltivi
che circondano i poderi della Fattoria di Pagnana.
Nella zona si
trova il sito archeologico medievale denominato “Il Castelluccio”.
Dalla Fattoria si perviene alla strada che dal Bombone scende a
Rignano. La si attraversa e, fatti appena 100 metri a Sn, si prende a
salire a Dx, nel piccolo e grazioso borgo del Bombone, fino ad
arrivare alla vecchia strada che corre parallela a quella più
moderna che abbiamo appena lasciato. Dalla piazzetta principale, con
piccola chiesa, si prende a Dx fino a un nuovo bivio (Il Crocicchio)
con la strada provinciale prima menzionata. La si attraversa e,
subito di fronte, si imbocca una pista (Via Vicinale delle
Fontanelle) che, dopo essere scesa leggermente fino ad un fosso,
risale verso la Casa delle Fontanelle.
Lambita la casa passando sulla Sn, si sale ancora fino ad un campo di ulivi e, tenendo presente la direzione dei piloni della linea elettrica, lo si attraversa seguendo uno di questi filari, fino all’inizio di una cengia tagliafuoco, ricavata sotto la linea stessa. Percorsi appena 200 metri di salita, si prende a Dx l’antica via lastricata, appena visibile, che si addentra nel bosco. A breve ci si ricongiunge alla cengia tagliafuoco per poi lasciarla ed entrare definitivamente a Dx, nella boscaglia e salire lungo una mulattiera, sempre selciata, fino ad incontrare uno stretto asfalto. Qui si gira nettamente a Sn per salire alla vicina strada sterrata in località Il Quercione (lo spiazzo è caratterizzato da una grande quercia). All’incrocio si gira a Dx e si segue la strada sterrata, e infine asfaltata, che perviene alla villa di Moriano. Tralasciando la strada asfaltata che scende a Dx (verso Mitigliano) e contrassegnata dal CAI 3, si prosegue invece a dritto fino ad incontrare, 100 metri dopo, una catena fra due plinti di cemento che indicano, verso Dx, la strada sterrata. contornata da bellissimi cipressi, che conduce a Casignano (AR - CAI 3). Percorsi appena 200 metri, al primo bivio, si prende a Dx la mulattiera che sale leggermente nel bosco mostrando tratti di antico selciato. Dopo aver tralasciato un secondo bivio con una mulattiera che sale verso Dx, si prosegue per scendere brevemente nel bosco e piegare decisamente a Sn, fino a ritrovare la sterrata contrassegnata dal CAI 3. La si segue verso Dx per arrivare in breve ai ruderi del Monasteraccio (Casignano), antico convento medievale abbandonato dai religiosi nel Cinquecento per trasferirsi al Bigallo.
Qui si lascia la sterrata e il CAI 3 che porterebbero al Valico di Terzano per prendere verso Sn, una stretta mulattiera che, dopo aver attraversato una prima sterrata che conduce a una vicina casa privata, sale ancora nel bosco di querce. Da prima stretta e poi sempre più larga, l’antica strada che si dice romana e quantomeno medioevale, tradisce le sue antiche origini presentando bellissimi tratti di basolato, parzialmente coperti dal muschio e dal terriccio. In breve si arriva alla zona delle villette moderne di Montecucco, crocevia importante dell’Anello del Rinascimento.
Dalla selletta di Montecucco, vero snodo di questa parte dell’Anello del Rinascimento, si scende con stradina asfaltata e circondata dai boschi.
Al primo bivio, sulla Dx, notiamo una larga sterrata che proviene dal Valico di Terzano. Noi continuiamo in discesa sull’asfalto ora più largo, ma sempre nell’ombra della vegetazione. La discesa termina ad un incrocio, nei pressi di un ristorante. Superato il ristorante si continua fino alle vicine Case Bencistà e al successivo bivio (a Sn il CAI 6 sale per Monte Pilli), continuiamo dapprima in piano, per inoltrarci in uno dei tratti meglio conservati dell’antica strada che collegava il Valdarno con il Pian di Ripoli, alle porte di Firenze. Non sappiamo se il tracciato sia romano o medievale, certo era funzionale a ridurre la percorrenza verso Firenze di quanti giungevano dal Valdarno.
A un certo punto il selciato si interrompe bruscamente a causa di modificazioni evidenti del terreno (notare la svolta verso il vuoto del selciato!); si continua a mezzacosta in una zona che offre notevoli scorci panoramici sulla città. Siamo ormai ai cipressi di Villa Ada e agli ulivi che annunciano lo Spedale del Bigallo, risorsa storica di eccellente importanza, restituitoci dal recente restauro nelle forme originarie e ora ostello. Dallo Spedale il tracciato della Vecchia provinciale aretina scende, tra muretti e ulivi, all’Arco del Camicia, porta d’ingresso (per l’AR) del comune di Bagno a Ripoli.
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